Nel 1964 Ruth Harrison pubblica il libro “Animali Macchine” che solleva la questione del benessere degli animali allevati intensivamente. In seguito allo scalpore causato da questo libro, il governo inglese commissiona un rapporto sul problema ad un gruppo di ricercatori: ne scaturì il Brambell Report.
Tale rapporto, oltre ad essere uno dei primi documenti ufficiali relativi al benessere animale, enuncia il principio (ripreso poi dal British farm animal welfare council nel 1979) delle cinque libertà per la tutela del benessere animale:
- libertà dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione;
- libertà dai disagi ambientali (possibilità di disporre di un ambiente fisico adeguato e confortevole);
- libertà dalle malattie e dalle ferite;
- libertà di poter manifestare le caratteristiche comportamentali specie-specifiche;
- libertà dalla paura e dallo stress:
L’individuo risponde ad uno stimolo ambientale avverso mediante l’attivazione dell’asse simpatico-adreno-midollare, a livello fisiologico, cui corrisponde una reazione di lotta/fuga tramite la quale l’individuo riesce a ripristinare lo stato di benessere (stress acuto).
Se lo stimolo avverso permane e il soggetto non ha la possibilità di interagire con l’ambiente per bloccare/evitare lo stimolo, alla componente specifica (stimolo avverso) si somma una componente aspecifica (paura + di tempo d’attesa), si passa quindi all’attivazione dell’asse ipofisicorticosurrenale e dopo una prima fase di resistenza si arriva ad una fase di esaurimento, cioè di non adattamento, malessere (stress cronico o distress).
A questa fase possono corrispondere alterazioni comportamentali quali stereotipie, o patologie più o meno conclamate (immunodeficienza, patologie condizionate ecc.).